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- I Giardini di Adone

 Parlavamo nell'articolo “Le origini della Scrittura - 2/2”, dei Giardini di Adone e di come venisse
utilizzata la loro immagine (nel periodo greco-romano), per paragonarla a quella della scrittura non da tutti sostenuta in quell'epoca. Il perché non è difficile da capire. 

I Giardini di Adone non sono altro che, il frutto di un'usanza agricola di carattere religioso/votivo, per cui si inserivano all'interno di grandi conchiglie dei semi di fiori, nel periodo estivo. Aiutati dal calore e dal microclima che si sviluppava all'interno della conchiglia, i semi iniziavano a germogliare e a fiorire, creando dei meravigliosi giardini appunto, che venivano offerti alle divinità. 

Il brutto però è, che queste composizioni floreali avevano una vita brevissima di alcuni giorni, adatti quindi ad essere utilizzati giusto per delle celebrazioni (veloci da realizzare ma altrettanto a disfarsi). Come avrebbe potuto pensare un agricoltore dell'epoca di sostenere sé e la comunità, seminando dei Giardini di Adone? Se per arrivare ad avere un buon raccolto occorrevano (come oggi del resto) mesi e mesi? Platone, come altri del suo tempo, sostenevano proprio la similitudine fra scrittura e Giardini di Adone, concludendo, che non ci può essere comprensione di ciò che si legge se non risulti avvallato da un supporto orale e da un lungo tempo di studio e meditazione.

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