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- Il cervello che scrive

Recenti studi eseguiti su centinaia di persone che, avendo perso l’uso delle mani, hanno dovuto imparare a scrivere con la bocca o con i piedi, hanno dimostrato che ognuna di questi individui presentava la stessa scrittura che aveva quando poteva usare le mani per scrivere. Cosa vuol dire? Bhè semplice... non sono la mano o la bocca a decidere il modo in cui noi scriviamo, ma è il nostro cervello. Quindi quando creiamo qualsiasi movimento grafico, come la scrittura, noi stiamo inconsciamente lasciando l'impronta del nostro cervello, che evidentemente è unica e non cambia al cambiare del "mezzo" con cui è realizzata (mano, bocca o piede che sia).
Ricordiamoci comunque, che una volta imparato a scrivere, il procedimento che usiamo è per la maggior parte di tipo inconscio. Per esempio, se pensiamo a che inclinazione abbia la nostra scrittura, forse non siamo subito in grado di dirlo, è una cosa che non decidiamo consciamente, ma che diventa automatica. Ci sono però anche delle volte in cui decidiamo deliberatamente come scrivere una certa lettera (maiuscole strane, "e" stilizzate ecc.) oppure cambiamo lo stile della nostra firma, fintanto che troviamo quello che ci piace. Quindi scrivere è un'azione sia inconscia che conscia (come guidare, dopo aver imparato), ed entrambe possono essere analizzate con la Grafologia.
Da qui possiamo desumere che esistono tratti della nostra personalità che possiamo cambiare ed altri che sono innati e quindi immutabili. Ma quali?
Possiamo definire la personalità come l’insieme delle caratteristiche personali (sia innate che acquisite) che rendono il comportamento di ogni individuo unico e irripetibile. La personalità sarebbe scomponibile in tre dimensioni:
  • il Temperamento (dimensione relazionale)
  • l’Intelligenza (dimensione cognitiva)
  • il Carattere (dimensione affittivo-emotiva)
Dalla tabella seguente possiamo vedere quali sono i tratti della personalità innati e non modificabili e quelli che invece sono modificabili dall’esperienza e dall’ambiente.

Tratti Innati Tratti modificabili
Intelligenza Abilità
Temperamento Atteggiamento
Attitudine Credenze
Identità Motivazione
Umore

- La firma ovvero l'immagine che diamo di noi

La firma rappresenta come vogliamo apparire agli occhi del mondo, oppure come vorremmo essere, in pratica rappresenta la nostra immagine pubblica. Al contrario, lo scritto rappresenta la nostra immagine privata. Da qui possiamo già capire e riflettere sul perchè molte persone firmino e scrivano in maniera totalmente differente.
Nella realtà tutti notiamo che le persone, compresi noi stessi, possiamo avere comportamenti differenti in pubblico (in mezzo alla gente, al lavoro, a scuola) ed in privato (nelle relazioni, a casa con la famiglia, coma gli amici). Ci sono persone che, per esempio, si sentono a loro agio solo in piccoli gruppi, ma quando si trovano in situazioni sociali come ad una festa, in cui c'è tantissima gente, si sentono insicure. Altri, al contrario, si sentono vivi solo quando si trovano in mezzo alla folla. Altri ancora si sentono a loro agio solo parlando con una persona alla volta. Insomma la varietà di comportamenti e relazioni umane sono veramente tante.
Tutto questo preambolo per dire che la valutazione grafologica della firma deve essere fatta tenendo presente delle regole precise. Idealmente si dovrebbe valutare la firma sempre in rapporto con la scrittura, anche se questo caso ideale capita raramente: spesso si ha a disposizione solo la firma o solo la scrittura.
Avendo però a disposizione sia la firma che il testo, la prima cosa da fare è valutare l’eventuale omogeneità tra i due. Se la firma e la scrittura sono tracciati con lo stesso stile, lo scrivente esprimerà omogeneità tra realtà intima e realtà sociale, cioè riuscirà a proporsi all’esterno così come è nel proprio intimo. Se invece la firma e la scrittura saranno piuttosto diverse, tale diversità rivelerà una personalità che si propone agli altri in maniera diversa dalla realtà interiore per le motivazioni più diverse (non pensiamo e maligniamo subito, che questo sia necessariamente dovuto per una questione di "falsità" o comunque di duplicità del comportamento).

Curiosità - Facciamo qualche esempio 

- La firma poco più grande della scrittura Questa persona ha una buona sicurezza di sè in pubblico. Caso ideale.
- La firma molto più grande della scrittura In questo caso la persona cerca di compensare una sua insicurezza interiore cercando l’attenzione degli altri e mostrandosi più grande, importante o sicuro di sé di quello che è in realtà.
- La firma poco più piccola della scrittura Questa persona non si sente molto a suo agio nelle situazioni pubbliche. Potrebbe anche essere timida o riservata
- La firma molto più piccola della scrittura Questa persona cerca l’attenzione degli altri, ma in un modo non ovvio, insomma sarebbero a suo dire gli altri ad accorgersi di lei.
- La firma sottolineata
In questo caso la persona ha un forte ego che non ha problemi a manifestare, più semplicemente possiamo dire che la persona è estremamente sicura di sè.
- La firma illeggibile
Generalmente rivela desiderio di nascondere qualcosa o di voler mantenere integra la propria riservatezza. Può anche rivelare desiderio di nascondere la nostra vera identità. Comunque è importante distinguere questi eventuali stati psicologici, dalle situazioni in cui semplicemente, l'illeggibilità è dovuta alla fretta. Le persone che per varie ragioni, firmano spesso, lo fanno in fretta e quindi non fanno caso a come appare la loro firma.

- Grafologia > Fisiognomica > Medicina

"C’è una congiunzione tale tra anima e corpo che questo in tutto dipende dall’anima e quella non può fare da sé, o meglio non può non farsi accompagnare dal corpo nelle sue azioni". "...qualunque linguaggio esterno scaturisce dall’interno, come l’acqua dalla fonte... il linguaggio interno è l’espressione dell’idea e contiene in sé l’idea". (Padre Girolamo Moretti)

Uno degli aspetti più interessanti della grafologia è la possibilità di ottenere informazioni inerenti la totalità dell'individuo:
  • dalle fattezze fisiche
  • a interessantissimi dati sulla salute.
La fisicità si esprime nel processo scrittorio con particolare precisione. Padre Girolamo Moretti era in grado di fornire, con l'esame di uno scritto, la descrizione fisica dettagliata dello scrivente. Osservando la "scrittura grossa", ad esempio, Moretti osservava come fosse prodotta da individui dal fisico robusto e pesante; delle "aste curvate in avanti", affermava che sono significative di persone che si presentano dimesse ed hanno lo sguardo buono. La scrittura che "pende in avanti", invece, appartiene a individui con mani grosse, carni molli e zigomi sporgenti; e via dicendo.
Nell'ambito patologico, invece, ci sono stati studi e ricerche molteplici nel tempo e si è potuto osservare, ad esempio, che alcuni disturbi presentano specifici segni grafici.
Per quanto concerne la grafologia applicata alla medicina, Crèpieux-Jamin aveva osservato che i malati di fegato hanno, dieci volte su undici, una scrittura discendente e con i caratteri tipici del temperamento bilioso cioè decisa, angolosa e costante; riscontrò l'andamento discendente nelle scritture dei malati di tubercolosi tanto che l'osservò su quarantuno dei quarantotto scritti di questo tipo di malati.
Analogamente fu individuato come, nei cardiopatici, su diciassette soggetti esaminati, quattordici presentavano il segno grafico discendente. E’ stato osservato che in questi malati, dodici volte su diciassette, la scrittura presenta un segno a cui l'Hermite dà il significato di dolore (è una rottura, una leggera interruzione nelle aste e nelle pance delle lettere). Sempre i cardiopatici, come pure gli asmatici, tracciano punti piuttosto in basso e, con una certa frequenza, tra parole che non li richiedono.

Nell'individuo predisposto all'infarto le lettere sono piuttosto piccole e le aste ritorte. La scrittura nel suo insieme appare tremolante con eccessivi ritocchi.
Più recentemente uno studioso americano, Alfred Kanfer, divulgò i risultati ai quali era giunto dopo approfondite ricerche sulla scrittura dei malati di cancro. Dallo studio di una grande quntità di scritti di persone malate di tumore e raffrontandoli con quelli vergati prima dell'insorgere della malattia, osservò che si evidenziavano significative modifiche della scrittura coincidenti con l'esordio della patologia cancerosa.
I bambini affetti da malattie del sistema nervoso come la balbuzie, ad esempio, frequentemente mostrano una scrittura rovesciata. Gli schizofrenici tracciano le lettere con grande pendenza, il che è significativo di perturbazione nella sfera dell'affettività. Le lettere sono tracciate filiformi e la spaziatura tra le parole è esagerata.
Addirittura la tendenza al suicidio si rileva da una scrittura tesa, pendente, cioè con la direzione assiale delle lettere a destra, e movimentata. Gli individui fobici tracciano le aste, cioè gli allunghi superiori o inferiori delle lettere, con gli apici ritorti e la loro scrittura nell'insieme è rovesciata.
Molti altri studiosi si sono cimentati nel tempo nello studio della grafologia applicata alla medicina. Tra i più conosciuti si ricordano Oscar Del Torre, Léon Vannier, Oreste Speciani, e da questi nomi illustri si comprende, come questo tipo di studio non sia un vezzo dettato da quanlche stramberia personale o da semplice curiosità, ma risulti aver ottenuto risultati seri ed importanti. Si potrebbe pensare ed auspicare un'implementazione ed un incremento di queste ricerche, in modo da poter sviluppare una grafologia preventiva; sarebbe infatti importante riuscire ad individuare i segni di una modifica della scrittura legati proprio all'insorgere di una patologia importante.

- Il nostro cervello e le sue "prassie"

Gli elementi base della nostra scrittura sono i tratti con cui componiamo le lettere. Tecnicamente, possiamo parlare di prassie cioè (molto semplicisticamente) della serie di impulsi che il cervello pone in essere al fine di raggiungere un determinato scopo, che nel nostro caso è quello di permettere dei movimenti coordinati che portino all'esecuzione del tratto. Da qui possiamo dedurre che le lettere non sono altro che un ininterrotto formarsi di tratti, che si susseguono secondo modelli differenti per ognuno.
Gli studi di Saudek hanno portato a verificare che questo infinitesimale "tratteggio" che il nostro cervello permette di compiere alla nostra mano per scrivere, non è costante in quanto si modifica lungo il tracciato, e quindi anche nel tempo:
  • è minimo all'inizio
  • ha un picco di velocità al centro dell'elemento che dobbiamo creare
  • scema alla fine
tutto ciò, perchè il cervello sia in grado di procedere alla successiva prassia.
________________
La lettera è formata da tante prassie, cioè da tanti tratti. Per fare questa lettera, il cervello deve prima idearla, poi deve programmare il movimento e quindi coordinare i vari gesti da compiere rispetto allo spazio grafico. La maniera in cui le forme vengono eseguite, indica quanto il cervello sia creativo o meglio, di quanto la persona abbia una personalità grafica.

- Un tuffo nel Celtiberico

Il celtiberico (detto anche Ispano-celtico) è una lingua ormai estinta, parlata dai Celtiberi nella penisola iberica centrale, prima e durante i primi secoli della dominazione romana. Poco rimane di questo antico linguaggio, che è arrivato fino a noi grazie all'attestazione in alcuni toponimi pre-romani (che sopravvisero abbastanza per essere registrati nei documenti ufficiali), nelle formule usate per i nomi personali (che ci danno qualche indizio sulla grammatica) e in alcune iscrizioni su placche di bronzo e di piombo. Ciò che è rimasto è comunque sufficiente per capire che il Celtiberico era una lingua "mista", cioè a metà fra la una lingua celtica (come il Goidelico) e non (come il Gallico).
Come le altre scritture paleo-ispaniche, l'alfabeto celtiberico si componeva di segni rappresentanti vocali, consonanti e suoni sillabici. Questo tipo di scrittura si diffuse in particolare nella massima parte delle attuali province Guadalajara, Soria, Zaragoza e Teruel, sopravvivendo, durante la dominazione romana, fino a tarda età repubblicana, come ci è testimoniato dai bronzi di Botorrita (località dell'attuale Aragona). Questi ultimi non sono altro che placche bronzee redatte in celtiberico, la cui peculiarità maggiore dal punto di vista linguistico, è legata alla presenza, da un lato dei tratti caratteristici e comuni a tutte le lingue celtiche (la perdita di /p/ a inizio parola, le alterazioni vocaliche, la vocalizzazione in /ri/ della /r/ vocalica, l'esito in sonore delle cosiddette "sonore aspirate" dell'indoeuropeo), ma dall'altro degli elementi esclusivi, interpretati generalmente come arcaismi (le lingue celtiche insulari, quelle di più ampia attestazione, sono tutte infatti cronologicamente di molto posteriori alle continentali).




- L'IO... tante facce di un bellissimo diamante

Secondo la visione di Moretti:


“L’uomo ha un solo cuore, un solo intelletto, una sola volontà, una sola persona, un unico movimento, una sola responsabilità, una unica passione predominante o psiche che presiede a tutto l’essere. Ogni movimento quindi e dello spirito e del fisico non può rimanere impersonale”.



Nonostante Moretti sia nato con impressionanti capacità intuitive, sarà in grado, successivamente e in maniera sofferta, di creare un metodo utilizzabile da chiunque voglia, per arrivvare ad ottenere una visione picologica dell'individuo, partendo da quella che chiama "Passione Predominante".
Secondo Moretti, e la sua grafologia, esiste un delicatissimo gioco tra i vari segni grafologici che ruotano intorno alla passione predominante. L'analisi di personalità risulta, in un certo senso, facilitata, perchè è assodato che un'importante tendenza della psiche non può passare inosservata o fraintesa.


Da un lato quindi l'individuo risulta essere unico perchè ha mille sfaccettature, che si possono rintracciare nelle innumerevoli combinazioni di segni della sua scrittura, (è importante considerare che i segni morettiani non hanno un significato assoluto, in quanto sono, per così dire, graduati e in base al loro grado e alla combinazione con altri segni, assumono un significato differente), e da questo punto di vista queste sfaccettature possono essere paragonate alle impronte digitali, o appunto alle tante facce di un diamante.

Dall'altro lato questa unicità dell'individuo è ancora più rafforzata dal fatto che ognuno di noi ha un suo "marchio di fabbrica" che lo distingue dagli altri, non solo nella esternalizzazione e nella manifestazione del suo io, ma anche e soprattutto nella sua interiorità più profonda... la Passione predominante evidentemente!

- Matrimonio di convenienza?

C'è chi sostiene che l'uso della tecnologia dei computer abbia avuto un impatto importante sulla grafologia, nonostante sia sicuramente recente e tecnicamente differente ripetto a quest'ultima. Ma come il computer potrebbe essere in grado di coadiuvare la grafologia?
Gli aspetti da valutare sono molteplici, da un lato si guarda alla capacità di insegnare più chiaramente la materia con un metodo oggettivo e di fare quindi, analisi più accurate grazie a software specifici, dall'altro si fa riferimento alla possibilità di realizzare migliori ricerche tramite PC.
Bisognerebbe vedere se tutto ciò sia possibile e se sì, eventualmente, come mettere in pratica il connubio PC/Grafologia.

Vediamo un po' più nello specifico i vari punti, iniziando dall'impartire nozioni tramite computer.
Sicuramente si potrebbero trovare numerosi vantaggi dall'uso del PC, gli studenti avrebbero una risposta immediata alle domande, sarebbero in grado di lavorare al proprio ritmo e il computer riuscirebbe a focalizzare il lavoro sulle aree problematiche con maggiore riservatezza, impossibile per l'insegnamento in aula. Chi sostiene questa metodologia di lavoro indica anche degli svantaggi (limitati a mio parere perchè non di carattere tecnico), di tipo prettamente economico, in quanto i costi di utilizzo del software sarebbero enormi, per non parlare dei problemi connessi all'aggiornamento dell'hardware e del software.
Per quanto riguarda l'analisi vera e propria della scrittura, ci sono discordanti opinioni da parte dei grafologi, da un lato c'è chi (a ben ragione, da parte di chi scrive) asserisce che un Pc non è in grado di fare l'attività di un grafologo, ma dall'altro c'è anche chi dice che il Pc può "togliere" una massa di lavoro enorme al grafologo, soprattutto nelle misurazioni. Per la serie, il computer fa il lavoro tecnico ma la valutazione è lasciata al grafologo.

La domanda nasce spontanea, come diceva Lubrano anni addietro, a cosa servirebbero il PC, il software potente, ecc. ecc. se alla fine le conclusioni le tira il Grafologo (com'è giusto che sia)? Un buon grafologo ha bisogno tra le altre cose di fare "amicizia" con lo scritto che ha in mano, lo deve "sentire", studiare, valutare, non è che si mette lì col righello a tirar righe e fare misurazioni millimetriche, sarebbe un lavoro troppo asettico e privo di "sentimento".

Certo, la Grafologia è sentimento, è cuore e pancia e credo che sia per questo che i veri grafologi siano pochi, in particolare per quanto riguarda la parte delle analisi di personlità e di coppia. Il Grafologo in sè dovrebbe avere un sentimento di comprensione ed aiuto nei confronti degli altri, semza comunque, mai sconfinare in ciò che non gli compete.

- Dimmi come scrivi...

... e ti dirò chi sei?!

Caspita, adesso capisco perchè ci includono nella gamma delle varie, chiromanti, cartomanti, fattucchiere. Pensandoci bene il Grafologo con la sfera di cristallo in mano farebbe rabbrividire o ridere a seconda dei casi!


Bisogna però fare chiarezza. Quando si grafologa una scrittura, si usa un metodo preciso (il morettiano per molti grafologi nel mondo) che ha delle precise basi tecnico/scientifiche.
Il grafologo è poco conosciuto è vero, ma quando è un professionista del settore, non "guarda" una grafia per dire qualcosa e sentirsi dire "c'hai preso", tanto meno si metterebbe a chiedere al proprio interlocutore di raccontargli come scrive senza magari nemmeno nè vederlo nè parlarci direttamente, che assurdità! Sarebbe un po' come pretendere che il nostro medico, dopo aver parlato con noi al telefono, ci mandi la ricetta del farmaco che ci occorre senza nemmeno averci visti e visitati.
Vero è che molto spesso, chi si avvicina alla grafologia (e di conseguenza al grafologo) lo fa con aria tra il divertito ed il sospettoso,tra il curioso e la sfida, spesso ci si sente chiedere "daiiiii mi guardiiiii?!" e peggio mi sento se succede in luoghi strani (in relazione alla richiesta ovviamente), magari al bar mentre si beve il cappuccino la mattina. Tornando all'esempio del medico, sarebbe come fermarlo per strada e chiedergli una visitina al volo, magari ai giardinetti o in mezzo alla strada, immaginate l'espressione del poveretto! Hahahahahaha
Insomma, il grafologo è un professionista, chi ne cerca uno, perchè ha necessità di avere delle serie risposte, diffidi delle cose fatte al volo, delle previsioni, delle predizioni, ecc. ecc. E' importante trovare una persona capace, che si sappia immedesimare ma che allo stesso tempo non si proietti in chi ha scritto. Occorre trovare un professionista che conosca quali siano i propri limiti e della materia che tratta, senza sconfinare in ambiti che non gli competono.

Insomma quando scegliete, fatelo bene, perchè la Grafologia non è un gioco!

- La rivincita dei mancini

Iniziamo prima di tutto a vedere cosa vuol dire "mancino", la parola è di derivazione latina nata da manus, che significa mano, e dal suffisso cus, con il quale si indicava il portatore di difetti fisici.
Mancino sarebbe dunque sinonimo di diversità , di handicap, condizione infelice, frutto addirittura, secondo la tradizione ebraica e cristiana, dell'influenza del maligno. Inoltre anche per i musulmani era vietato lavarsi o mangiare utilizzando la mano "impura", ovvero con la sinistra. Vita dura dunque per i mancini guardati con sospetto anche dal mondo scientifico osservati sempre con guardinga circospezione, addirittura in un trattato di psichiatria del 1921 il mancinismo era annoverato fra le patologie rivelatrici di demenza. Negli anni '70 invece il mondo dei ricercatori riteneva che il preferire l'utilizzo della mano sinistra fosse in qualche modo correlato alla dislessia.
Oggi l'atteggimento è decisamente cambiato, si è capito che è importante lasciare al bambino la massima libertà di espressione del movimento, ritenuta indispensabile per l'armonica evoluzione della sua personalità. Personalità che sarà ugualmente espressa nella scrittura di un mancino come in quella di un destrimane. Scrivere, infatti, non impegna solo la nostra mano, ma è il risultato finale di una complessa ed articolata attività del cervello, attività che coinvolge il sistema psichico-affettivo ed emotivo dello scrivente. Nulla cambia quindi nell'espressività del gesto grafico se espresso con la mano destra o con quella sinistra, l'importante è che sia spontaneo (specialmente per una buona attività di analisi grafologica). E' comunque indubbio che i mancini abbiano delle piccole difficoltà in più da dover superare, almeno all'inizio, questo perchè scrivere da sinistra a destra per un mancino vuol dire coprire ciò che scrive con la propria mano e quindi non solo non avere la visione dello scritto (storcendo il foglio in malo modo o ancor peggio assumendo posture assolutamente scorrette) ma anche sporcarsi se non si utilizza una penna adeguata. (A questo proposito inserisco un Articolo (101 KB PDF) interessante che ho trovato sul sito BancaDelleEmozioni).


PICCOLE CURIOSITA'... 
                   


Lo sapevate che esiste la Giornata del mancino?!
Il 13 agosto i mancini di tutto il mondo celebrano una festa dedicata soltanto a loro, la Giornata internazionale dei mancini (Lefthanders Day), organizzata dall’associazione “Lefthanders International” nel 1976, quando nacque l’idea di una ricorrenza che testimoniasse al mondo intero i disagi ed i vantaggi dell’essere mancini. Da quella prima edizione ne sono seguite tante altre in tutto il mondo, anche dopo la chiusura dell’associazione che ha lanciato l’idea.

Ma quanti mancini famosi ci sono?

Ci sono tantissimi mancini famosi che hanno fatto storia e ogni campo ha le sue celebrità. Vediamo un po' chi sono:
In campo medico-scientifico troviamo il noto chirurgo Dogliotti (1897-1966) e Albert Einstein.
In campo cinematografico rappresentano degnamente la categoria Charlie Chaplin, Robert De Niro, Robert Redford, Marylin Monroe, Whoopi Goldberg.
In campo sportivo troviamo personaggi come Mariolino Corso Gigi Riva, i tennisti Rod Lever e Monica Seles. L'arte è egregiamente rappresentata da Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello e Pablo Picasso. In campo musicale si annoverano geni del calibro di Ludwig van Beethoven, Bob Dylan, Sergei Rachmaninoff, Maurice Ravel e Ringo Starr.
Per il campo letterario Alberto Moravia è rappresentante dei mancini che hanno reso grande la letteratura non solo italiana ma mondiale.
Non mancano gli esponenti di sangue blu ad arricchire la lunga sfilza di mancini. Fra le "teste coronate" spiccano nomi come: la regina Elisabetta, il principe Carlo e il giovane erede al trono William.
I grandi personaggi della storia annoverano fa le loro fila nomi come: Giovanna D'Arco, Alessandro Magno, Carlo Magno, Giulio Cesare, Napoleone, Truman, Ronald Regan, George Bush padre, Bill Clinton e Fidel Castro.

- Scarabocchio... occhio!

Ci sono varie teorie sullo scarabocchio, alcune positeve, altre meno, comunque quel che è certo è che tutti, più o meno, ci siamo ritrovati a imbrattare, quaderni, blocchi degli appunti, diari e quant'altro, con degli scarabocchi! Vi siete mai chiesti perchè in certe situazioni (alcune più delle altre, quando siamo al telefono per esempio) siamo tentati a scarabocchiare, anzi più che tentati siamo proprio spinti da un impulso inconscio allo scarabocchio?

Lo scarabocchio è un linguaggio oscuro e bizzarro, ma sicuramente denso di significati e di difficile lettura, gesti istintivi ed involontari che lasciamo scorrere in piena libertà con la nostra penna sul foglio e si incomincia ad "imbrattare" dove capita, senza estetismi, senza organizzazione formale o di significato (o almento così sembrerebbe ai più).
Si scarabocchia di tutto: fiorellini, frecce, spirali, casette, facce, stelline, parallelepipedi di svariate forme e simili, alltri anneriscono gli occhielli delle lettere o incorniciano qualche cosa già stampata sul foglio. Ma perchè?

Scarabocchiare aiuterebbe a pensare meglio perché rende il pensiero più fluido, meno concentrato e paradossalmente per questo, più attento. Tutto ciò è stato affermato al termine di un esperimento condotto da ricercatori del reparto scienze cognitive del Medical Research Council della Cambridge University. Addirittura scarabocchiare mentre si ascolta aiuterebbe a ricordare meglio i dettagli, questo perchè creare dei tratti su un foglio con una penna, ad esempio, sarebbe un efficace rimedio alle divagazioni mentali (o sogni ad occhi aperti) derivanti da un ascolto prolungato. Quindi scarabocchiare sarebbe, stando alla ricerca, un rimedio efficace per combattere le divagazioni oniriche di cui spesso cadiamo prede.
 
La varietà degli scarabocchi è ampia e non bene definita, ma come accade per la scrittura può essere decifrata. Lo scarabocchio di per sè porta alcune informazioni fondamentali, tra cui posizione sul foglio, tratto, pressione, curvilineità o meno, ecc. al di là di ciò che viene disegnato. Gli scarabocchi hanno sicuramente un grande fascino, il fascino del misterioso e dell'incomprensibile. Bisogna ricordare che sono pur sempre messaggeri di uno stato momentaneo di chi li realizza. Tanto è vero che si può disegnare di tutto, dal fiorellino, al cuoricino, a cornicette geometriche, ecc. ecc. e poco dopo cambiare improvvisamente soggetto della nostra "opera". C'è poi chi disegna sempre cose diverse, chi invece ripete sempre gli stessi disegni creando una sorta di stereotipia che potrebbe provocare un effetto rassicurante; di solito si disegna qualcosa che si sa fare bene e che diventerà sempre meglio. Insomma scarabocchiare è di tutti e per tutte le età!

Tornerò di nuovo sull'argomento... magari per "svelare" il significato di qualche "formazione" di scarabocchio in particolare. Per il momento ci accontentiamo di sapere che anche lo scarabocchio può essere grafologato tanto più se è realizzato a corredo di una scrittura!

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