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- La penna d'Oca

La penna d’oca fu uno strumento scrittorio che andò progressivamente sostituendo il calamo in Occidente, fra il VI e il IX sec. La possibilità di scrivere in maniera più fine e flessibile sulla pergamena, fu sicuramente il suo grande pregio, era così più facile ottenere un tratto pieno ma allo stesso tempo delicato.

Ancora oggi c’è chi ama questo strumento scrittorio, ma ammesso che anche noi ci volessimo impegnare nella scrittura con questo antico strumento, come potremmo fare a procurarcene uno? La risposta più adeguata è: “fai da te”. Ogni amante della scrittura a mano con strumenti “antichi”, ama anche costruirseli; nel nostro caso vediamo come.
Ogni uccello produce pochissime penne realmente utilizzabili al nostro scopo (4-5), su ogni ala, in più per la natura stessa dell’animale (per le sue esigenze di essere vivente) queste penne sono ricoperte da uno strato di grasso che non permetterebbe all’inchiostro di rimanere attaccato, ma lo farebbe scivolare via. Per eliminare questa parte adiposa, occorre porre l’estremità della penna fra la cenere o la sabba calda per poi successivamente raschiare via il tutto. Una volta che la piuma sarà ripulita occorrerà farla invecchiare. Si dice che una buona penna d’oca vada fatta invecchiare almeno un anno, per poi essere utilizzata solo dopo l’ultimo taglio (col tagliapenna naturalmente).

Fino al 1800 la produzione e vendita di penne d’oca era importantissima in Europa, in paesi come la Polonia, Lituania, ecc. Ma si sa che l’evoluzione è destinata a far cambiare le cose, e se è vero che la storia è in continuo divenire, così come la penna d’oca fece sparire il calamo, così la penna a sfera fece piazza pulita di tutto il resto.

- Rune Cirth

Orchi, nani, elfi e molte altre di queste creature, vi fanno pensare a qualcuno in particolare? Bhè certo, è un po’ vago! Ma se dico “Il Signore degli Anelli”? Adesso sì… Tolkien è la risposta giusta.

Tolkien è sicuramente uno dei più famosi letterati, studioso, di grande esattezza linguistica e straordinaria fantasia, ad essere entrato nell’”Olimpo” della grande letteratura. Il Signore degli Anelli ad esempio, è molto vicino all’epica e al fantasy, è estremamente imbevuto delle tradizioni, storie e leggende inglesi e di tutta la tradizione favolistica dell’Europa settentrionale, utilizzate fin nei minimi dettagli, tanto da ricreare una vera e propria “realtà”.

Ora arriviamo alle Rune Cirth. Così come Talkien ha creato tante “realtà fantastiche”, ha fatto la stessa cosa anche con leRrune Cirth. Queste lettere-simbolo sono direttamente connesse alla rune anglosassoni e sono state espressamente create per ricostituire un’atmosfera misteriosa ed estremamente connessa alla natura. Graficamente simili alle vere rune, le Cirth richiamano infatti gli alberi della foresta, assomigliano a tante piante, magari quelle stesse che facevano da cornice alle cerimonie druidiche e magiche.
Si tratta di un alfabeto semplice, lineare, dritto e senza curve. La lettere tracciate con pugnali o oggetti appuntiti di vario genere, su superfici altrettanto semplici come pietra e legno, lasciano trapelare la forza e decisione, nonché la mascolinità e l’essenzialità dei tratti, privi di orpelli e vicinissimi alla natura.

In fondo cosa, se non la determinazione e l’efficacia, il mistero, la forza e la magia, filtrante da una scrittura come quella delle Rune Cirth, possono farci “fondare” concretamente un mondo come la Terra di Mezzo?!

- Gnommish

Lo Gnommish è la prova evidente che ciò che è scritto e non compreso, va decifrato! La curiosità che può stuzzicare un codice sconosciuto, rende le menti, di adulti e bambini, finalizzate ad uno stesso scopo… la SCOPERTA.

La scrittura Gnommish fu creata appositamente per i libri di Eloin Colfer, il suo “Popolo fatato” sarebbe stato così capace di celare dietro un inesplicabile simbolismo, messaggi, segreti, ecc. ecc.
Nella realtà questo linguaggio molto assomiglia all’egizio, se non altro per la forma e le modalità di stesura. Anch’esso è impiantato su particolarissimi simboli grafici, che possono essere scritti dall’alto verso il basso oppure da sinistra a desta. È evidente che però, cambiano gli ideogrammi, che nello gnommish sono ispirati ad elementi naturali, ma anche ad elementi geometrici che fanno richiamo a simboli pseudo alchemici, magici insomma!

È ovvio, si tratta di finzione, ma tutto è stato congegnato per far insorgere in chi legge, il senso del suggestivo, mistico, oscuro ed ignoto anche se al tempo stesso molto più familiare di quanto si possa pensare. In fondo il simbolismo gnommish utilizza funghi, granchi, foglie… chi non ha mai visto queste cose?
Questa scrittura, seppur inventata, dimostra ancora una volta come dietro una grande società (anche se fatata e magica per cui inventata “forse”) ci sia la scrittura, capace di indicare, indirizzare, ricordare, trasmettere nel tempo… ma allo stesso tempo anche capace di tacere, non essere scontata, che dice senza necessariamente mostrare.

La scrittura gnommish, come qualsiasi altro codice per arcano che sia, ha spinto, spinge e spingerà ancora l’uomo, ad impadronirsi della sua chiave d’accesso, per avere aperti nuovi orizzonti.

- Atlantide

Ancora oggi il nome Atlantide ispira l’immaginazione. La leggendaria isola (in greco Ἀτλαντίς, "figlia di Atlante"), narrata per la prima volta da Platone nei dialoghi Timeo e Crizia, sarebbe stata una immensa potenza navale situata al di là delle Colonne d’Ercole, che sprofondò rovinosamente in un solo giorno ed una sola notte, non lasciando traccia di sé ai posteri.

Già il nome dell’isola e dei suoi abitanti, racconta una discendenza importante. Infondo Atlante era solo il governatore dell’Oceano Atlantico, figlio di Poseidone!
Probabilmente, Atlantide è ancora oggi nella mente di molti, perché è attorniata da un alone di mistero… tanti pensano che sia solo una leggenda, ma molti di più sono quelli che in cuor loro la “sentono” come una realtà.

Numerose sono state le opere create a sostegno della sua esistenza, sono stati scritti e sceneggiati tanti libri e film più o meno realistici e credibili, ma la cosa che a noi qui interessa di più rilevare, è che anche per Atlantide esiste una scrittura (e il relativo alfabeto ovviamente).
Fu Marc Okrand, insieme ad altri linguisti ed esperti grafici, a creare la lingua atlantidea, che ha una caratteristica significativa, infatti fu deciso di scriverla con stile bustrofedico, un chiaro richiamo alle origini dell’uomo, al legame con la vita più vera, alla terra. Ma il movimento bustrofedico è sicuramente agganciabile anche all’elemento acqua, alla movenza dei pesci che nuotano (la cui forma è ripresa in alcune lettere) che rimanda alla sinuosità, alla scorrevolezza ma allo stesso tempo alla compattezza, all’incomprensibilità, al senso arcano delle cose.

È proprio per questo che la grafica di questa grafia è molto interessante grafologicamente, esprime senza esitazione il mistero, l’abisso, l’antico, lo sconosciuto, la complessità nella comprensione dell’abisso e quindi dell’inconscio.
Sicuramente Okrand ha avuto un’immaginazione estremamente ispirata!

- Utopia

Tommaso Moro, politico e filosofo inglese, nella sua opera “L’Utopia”, teorizzò quello che è ancora oggi il sogno di molti, una società ideale, libera nel pensiero e nel progresso, tollerante nella vita comunitaria, insomma una società “perfetta” (sempre che la perfezione esista in senso obiettivo).
Idealizzando la sua società utopica, Moro dovette inventarsi anche una scrittura utopica, per il semplice motivo che non esiste società senza sistema scrittorio, tanto più una società perfetta!
Ma quali sono le caratteristiche della scrittura “utopica”?!

A ben vedere tutte quelle che rendono l’idea di un alto livello politico/culturale, le sue forme geometriche, essenziali, funzionali, semplici e rispettose delle “Divine proporzioni”.
Una scrittura priva di fronzoli, di ogni eccesso ed orpello, schietta essenziale, una scrittura di chi va dritto al nocciolo della questione senza disperdere tempo ed energie preziose in inutili particolari.

I cerchi, i rettangoli, i triangoli equilateri di questa scrittura, indicano estrema stabilità, equilibrio, forza, coerenza e grande tensione verso lo spirito e la mente.
Ma come a volte accade, i grandi sogni sono spesso destinati a rimanere tali, e Moro anche per mezzo della scrittura, delineò un pensiero grande, nobile, necessario, ma evidentemente anche per questo Utopico (dal greco οὐ (non) e τόπος (luogo), quindi «luogo inesistente» o «luogo perfetto»).

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