Ancora oggi il nome Atlantide ispira l’immaginazione. La leggendaria isola (in greco Ἀτλαντίς, "figlia di Atlante"), narrata per la prima volta da Platone nei dialoghi Timeo e Crizia, sarebbe stata una immensa potenza navale situata al di là delle Colonne d’Ercole, che sprofondò rovinosamente in un solo giorno ed una sola notte, non lasciando traccia di sé ai posteri.
Già il nome dell’isola e dei suoi abitanti, racconta una discendenza importante. Infondo Atlante era solo il governatore dell’Oceano Atlantico, figlio di Poseidone!
Probabilmente, Atlantide è ancora oggi nella mente di molti, perché è attorniata da un alone di mistero… tanti pensano che sia solo una leggenda, ma molti di più sono quelli che in cuor loro la “sentono” come una realtà.
Numerose sono state le opere create a sostegno della sua esistenza, sono stati scritti e sceneggiati tanti libri e film più o meno realistici e credibili, ma la cosa che a noi qui interessa di più rilevare, è che anche per Atlantide esiste una scrittura (e il relativo alfabeto ovviamente).
Fu Marc Okrand, insieme ad altri linguisti ed esperti grafici, a creare la lingua atlantidea, che ha una caratteristica significativa, infatti fu deciso di scriverla con stile bustrofedico, un chiaro richiamo alle origini dell’uomo, al legame con la vita più vera, alla terra. Ma il movimento bustrofedico è sicuramente agganciabile anche all’elemento acqua, alla movenza dei pesci che nuotano (la cui forma è ripresa in alcune lettere) che rimanda alla sinuosità, alla scorrevolezza ma allo stesso tempo alla compattezza, all’incomprensibilità, al senso arcano delle cose.
È proprio per questo che la grafica di questa grafia è molto interessante grafologicamente, esprime senza esitazione il mistero, l’abisso, l’antico, lo sconosciuto, la complessità nella comprensione dell’abisso e quindi dell’inconscio.
Sicuramente Okrand ha avuto un’immaginazione estremamente ispirata!