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- Utopia

Tommaso Moro, politico e filosofo inglese, nella sua opera “L’Utopia”, teorizzò quello che è ancora oggi il sogno di molti, una società ideale, libera nel pensiero e nel progresso, tollerante nella vita comunitaria, insomma una società “perfetta” (sempre che la perfezione esista in senso obiettivo).
Idealizzando la sua società utopica, Moro dovette inventarsi anche una scrittura utopica, per il semplice motivo che non esiste società senza sistema scrittorio, tanto più una società perfetta!
Ma quali sono le caratteristiche della scrittura “utopica”?!

A ben vedere tutte quelle che rendono l’idea di un alto livello politico/culturale, le sue forme geometriche, essenziali, funzionali, semplici e rispettose delle “Divine proporzioni”.
Una scrittura priva di fronzoli, di ogni eccesso ed orpello, schietta essenziale, una scrittura di chi va dritto al nocciolo della questione senza disperdere tempo ed energie preziose in inutili particolari.

I cerchi, i rettangoli, i triangoli equilateri di questa scrittura, indicano estrema stabilità, equilibrio, forza, coerenza e grande tensione verso lo spirito e la mente.
Ma come a volte accade, i grandi sogni sono spesso destinati a rimanere tali, e Moro anche per mezzo della scrittura, delineò un pensiero grande, nobile, necessario, ma evidentemente anche per questo Utopico (dal greco οὐ (non) e τόπος (luogo), quindi «luogo inesistente» o «luogo perfetto»).

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