Prima di nascere siamo al buio, poi veniamo irradiati da un bagliore che conosceremo come luce e un giorno torneremo alle tenebre che saranno la porta per una nuova luce (quella eterna, o almeno così ce l’hanno spiegata… ).
Tutto nella vita vissuta è bianco e nero; dalle esperienze più complesse, al normale vivere quotidiano, l’uomo (inteso in senso lato, come individuo) sempre si dibatte fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, tra ciò che vorrebbe ma non può e ciò che potrebbe ma non vuole. Le ansie, le indecisioni, le angosce della vita, altro non sono che il nero che affiora e dipinge il bianco del foglio che siamo noi.
Tutto ciò che è frutto di un sentimento, di un’idea, di un pensiero, di un’azione, ha una parte di bianco e di nero… in tutto questo lo scrivere rispecchia in pieno tale stato di cose… ed esalta anche il concetto secondo il quale, per riconoscere le parti scure è sempre necessario avere ben presente che cosa sono quelle chiare. Come potremmo riconoscere un tratto nero di penna, se scrivessimo su un foglio altrettanto nero? (ed è vero anche il contrario si intende).
Un dubbio mi assale… non sarà allora che bianco e nero non si contrappongono ma si completano?!