È facile per chiunque notare che esiste una differenza nel modo di scrivere più o meno marcata nel
tempo, questo perché la scrittura muta con noi nel tempo, si matura, si evolve e questo può accadere ed essere evidente, tanto nell’arco della stessa giornata, che in un arco temporale più lungo. Rimanendo fermo il fatto che la scrittura, nella sua complessità, rispecchia la struttura della personalità di ognuno, la variabilità grafica rispecchia gli stati psicologici dell’individuo, i suoi momenti di ansia, di preoccupazione, di euforia, stress, malessere… tutti stati d’animo, emotivi, che inevitabilmente si ripercuotono sulla mano di chi scrive.
tempo, questo perché la scrittura muta con noi nel tempo, si matura, si evolve e questo può accadere ed essere evidente, tanto nell’arco della stessa giornata, che in un arco temporale più lungo. Rimanendo fermo il fatto che la scrittura, nella sua complessità, rispecchia la struttura della personalità di ognuno, la variabilità grafica rispecchia gli stati psicologici dell’individuo, i suoi momenti di ansia, di preoccupazione, di euforia, stress, malessere… tutti stati d’animo, emotivi, che inevitabilmente si ripercuotono sulla mano di chi scrive.
A tal proposito sono state fatte numerose ricerche, la più significativa delle quali ha visto presa a campio, la scrittura dello speleonauta Montalbini, isolato per 7 mesi nelle grotte di Frasassi a Genga. Si è visto che dopo una prima fase di bisogno di affettività, il soggetto si fa forte nel recuperare tutta la forza e la risolutezza necessarie per raggiungere lo scopo della sua missione, è per questo che tra gli scritti vergati in momenti diversi si nota (in maniera preponderante fra i vari segni) una evidente mutazione dell’inclinazione delle aste e dell’andamento delle righe.