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- Grafologia e disturbi alimentari

Tutti noi abbiamo avuto modo di capire che cosa sia il disturbo alimentare, se ne parla è vero, ma mai
abbastanza!
Siamo abituati a sentir parlare di anoressia, bulimia, vigoressia, ma sappiamo in realtà molto poco sulla loro origine e troppo sui loro effetti, specialmente quando diventano palesemente evidenti!!!

Per esempio, la vigoressia è quasi sconosciuta ai più, si tratta del disturbo alimentare di chi consuma in maniera smodata proteine, e questo poi è aggravato dall'assunzione di integratori e sostanze che permettono al fisico di avere un aspetto esteriore costruito. Quello della vigoressia, anoressia, ecc. ecc. sono comportamenti legati alla fenomenologia del voler ben apparire, che degenerando spesso nel non riuscire più a vedersi per come realmente si è... quasi come si realizzasse un distacco dalla realtà.

Rimanendo sempre nell'ottica di chi conosce i limiti della disciplina che applica (in quessto caso della Grafologia), esistono molti grafologi che ben si guardano dal sostituirsi dal medico, ma che hanno la convinzione che questa disciplina, applicata seriamente, può dare un ausilio a chi poi deve intervenire per curare chi è affetto da disturbi dell'alimentazione, sapere quel è il blocco che ci affligge, da dove deriva e ipotizzare come poterlo eliminare conoscendo la mentalità e la psiche di chi ne è affetto, è sicuramente un ottimo punto di partenza.

Le sofferenze del corpo, della mente e dell'anima hanno sempre una corresponsione nel modo di scrivere, e forse la Grafologia potrebbe essere più utile di quanto si possa pensare.

- L'inchiostro che si mangia

Esistono varie tipologie di inchiostro e anche se generalmente oggi si parla di composti chimici, bisogna ricordare sempre che se ne conoscono diversi anche di origine naturale.

Forse il primo che viene alla mente è il Nero di seppia, un inchiostro che per poter essere utilizzato va estratto dalla vescica dallo stesso animale, e poi conservato in ambiente refrigerato.


L’inchiostro di seppia contiene varie sostanze che variano in quantità e concentrazione, a seconda della specie, anche se comunque in generale, si possono individuare principalmente la melanina e il muco (non mancano di solito piccole quantità di taurina, acido aspartico e acido glutammico, lisina, ecc.).

Comunque come è facile intuire, anche dal nome di certi primi piatti, il nero di seppia forse è più conosciuto dai buongustai che dai cultori della “penna”. Di colore e gusto inconfondibile, sa gratificare i palati più esigenti.

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