Gli “scarabocchi” dei bambini… in realtà sono proiezioni del loro mondo, di loro stessi! Quello che agli occhi di un adulto non è altro che un pasticcio pieno di righe e colori senza senso, per il bambino che l’ha realizzato è espressione di sé, del suo essere, delle sue esperienze e percezioni. Quando chiediamo curiosi di che cosa si tratta, spesso ci sentiamo rispondere: “… mamma, papà, la sorellina…” e chi più ne ha più ne metta.
Il disegno del bambino non serve solo a riprodurre formalmente qualcosa e/o qualcuno, ma è espressione dell’esperienza e della relazione con ciò che viene raffigurato sul foglio, si tratta di pensieri, emozioni, giudizi espressi in un linguaggio che noi, da grandi, non sappiamo più capire.
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Sì, perché l’adulto ormai ha la capacità di verbalizzare ciò che pensa e prova, conosce altri modi più “chiari” di esprimere se stesso, i suoi bisogni, il suo stato, le sue paure e desideri… pur tuttavia se ci si guarda intorno, quanta difficoltà si trova (oggi più che mai) nel relazionarsi, nel capirsi?!
Se fanno questa fatica tra loro gli adulti, che son così chiari nell’espressione, figuriamoci cosa può succedere quando un adulto si approccia ad un bambino cercando di capirlo!