Sempre più spesso sentiamo parlare di sfiducia nel domani, di stanchezza, di disgusto di vivere, di comportamenti apatici ed abulici, di disperazione, di oscurità dell’anima. È senza dubbio vero che esiste un male oscuro, molto più presente di quanto non si possa immaginare, che vischioso si insinua nelle fessure del nostro essere e noi sempre più storditi dal frenetico e minaccioso mondo che ci circonda, spesso facciamo fatica a riconoscerlo.
Annebbiati come siamo dai falsi miti del progresso e dall’avere a tutti i costi (costi quel che costi), non sappiamo più riconoscere la bellezza dell’essere semplice, che smarrito ci impedisce di vivere ai ritmi della natura, ci impedisce di inspirare l’aria nei polmoni avendo il tempo di gustarne l’odore, buono o cattivo che sia, perché la vita è fatta di bene e male, di cose giuste e sbagliate, di alti e bassi, che però sempre inevitabilmente si riequilibrano da sé. La perdita dei giusti ritmi ci annebbia, ci scompiglia, ci fa agitare come chi tende le braccia inghiottito dalle onde del mare, o come chi tenta di non precipitare, tenendosi con tutte le forze cercando di resistere aggrappato con l’indice della mano destra all’ultimo appiglio.
Niente paura però, dalla nostra abbiamo il tempo, che per ognuno ha avuto un inizio ed avrà una fine, e che sicuramente è l’unica vera speranza che abbiamo. Nulla rimane per sempre nello stato in cui si manifesta, né noi ma nemmeno tutto ciò che ci ha fatto tanto “tribolare”.
E mentre aspettiamo che il tempo passi?! Bhè ricordiamoci che nulla porta veramente un danno irreparabile, tutto è esperienza e tutto va nella direzione dell’evoluzione. Se i fiori non sfiorissero, non ci sarebbero i semi e se questi non perdessero la loro perfezione non nascerebbe la vita. Anche da qualcosa che ci “rompe” dentro, possiamo trovare del buono… la luce che può entrare da quella rottura è una parte di questo “buono”.
In calce a questo pensiero, vi propongo alcuni dati di una ricerca grafologica su i segni più riscontrati nella scrittura di persone depresse:
- Aste curve 46%
- Scrittura discendente 40%
- Tagli t declinanti 12%
- Scrittura pendente 12%
- Ricci della confusione 16%
- Tagli t a volteggi 8%
- Ricci dell’insicurezza 4%
- Scrittura ascendente 6%