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- Unità che diventano decine...

Sentiamo parlare spesso del disturbo della dislessia, magari abbiamo sentito anche la parola disortografia... ma quante volte abbiamo sentito il termine discalculia?

La discalculia corrisponde alla difficoltà nell’eseguire calcoli aritmetici anche molto semplici, nonostante l'intelligenza posseduta dai bambini che ne soffrono, sia perfettamente normale.
Questi bambini sono al pari degli altri in grado di compiere ragionamenti logici anche complessi, l'unica differenza è all'atto pratico... lo scrivere i numeri diventa una lotta fra gli occhi che guardano il foglio bianco, la mano che deve scrivere guidata da un impulso cerebrale che si disperde fra i quadretti delle pagine. 

Questi bambini hanno solo una difficoltà a riconoscere e scrivere i numeri, infatti a volte li scrivono speculari, a volte li invertono. La difficoltà forse più grande è però incolonnare i numeri, perchè l'incolonnamento avviene da destra verso sinistra e diventa difficilissimo utilizzare questo tipo di andamento nel collocare le unità, le decine, le centinaia,le migliaia, ecc. (infondo la scrittura si sviluppa da sinistra verso destra, mentre la quantità numerica si muove in senso opposto, e alla fine ahinoi, spesso le unità cambiano posto e diventano decine e/o viceversa).

Non si creda quindi che ci si trova di fronte a bambini deficitari, il vero deficit lo avremmo noi anche solo nel pensare che lo siano... per rendersene conto basta guardarli, mentre giocano, mentre sono assorti nei loro pensieri e mondi immaginari, basta guardarli negli occhi!!!

- La paura di scrivere

La paura di scrivere mette in luce come chi si trova di fronte ad un foglio bianco, non riesca a
concepirlo in maniera differente, quando siamo di fronte ad una pagina vuota con la penna in mano, ma non sappiamo da dove, da cosa incominciare, ci sentiamo sopraffatti da mille pensieri e dubbi e forse iniziamo a pensare che non riusciremo mai a intraprendere quel percorso creativo, che ci darà la possibilità di scrivere qualcosa.

Siamo di fronte ad un foglio sì, ma siamo dinnanzi alla vita, che ci lascia spesso interdetti, frustrati o peggio ancora, angosciati dalle tante, mille nostre paure. Tante cose ci spaventano nel vivere quotidiano, ma una di queste tante angosce è forse la più grande di tutte, la paura del non farcela a raggiungere qualcosa che vorremmo, la paura di scoprirci deboli e a volte incapaci.
Le debolezze dell’uomo sono però parte integrante della sua “umanità”, come faremmo a sapere cos’è il buono senza conoscere il cattivo, come faremmo a scrivere su un foglio bianco se non avessimo un inchiostro nero e come faremmo a riscoprirci coraggiosi (nella nostra speranza) se non sapessimo che cos’è la paura?!

La vita va affrontata sempre e comunque, nei suoi aspetti positivi ma soprattutto in quelli negativi, il foglio bianco va preso di petto se vogliamo che il nostro cervello ci riversi dentro tutto se stesso, nella sua complessità e con la sua sensibilità.
Scrivere può essere uno stimolo giusto per far uscire quel che abbiamo dentro, una valvola di sfogo, anche perché nella realtà chi pensa che col tempo si può abituare alle sue paure, mente a se stesso. Alla paura, specialmente a quella di vivere, non ci si abitua mai, anzi.

Allora scriviamo, iniziamo questo cammino verso un traguardo che speranzosi vorremmo raggiungere, rimanendo sempre consci che l’unico timore che dobbiamo avere nella vita, è quello di ritrovarci un giorno senza più la volontà di iniziare questo cammino… continuiamo allora a scrivere, a avanzare nel nostro percorso e anche se cadremo e ci faremo male tante e tante volte, rialziamoci fiduciosi per raggiungere i nostri traguardi.

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