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- La Grafologia che non ti aspetti

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Chi segue ogni tanto questo blog, sa che lo stesso tratta anche e soprattutto di curiosità relative alla Grafologia. 
Questo per permettere al lettore di ampliare il suo punto di vista, rispetto ad una scienza che per troppo tempo è stata maltrattata e vituperata ritenendola non attendibile e priva di qualsiasi valenza.

Nelle mie ricerche non nascondo di essere rimasta più volte sorpresa, nel verificare che la Grafologia sia stata utilizzata su vari fronti, in vari ambiti e da personaggi eccellenti.
Vi voglio riproporre quindi un documento che, seppur datato, mette in luce in quale maniera può essere utilizzata la Grafologia.
Invito anche chi dedicherà dieci minuti del suo tempo a questo articolo, a non partire prevenuto rispetto ai contenuti che andrà a leggere; qui non si tratta di dimostrare la veridicità o il volersi allineare a determinati studi e/o credenze.
Con questo articolo vorrei solo mettere in luce, come lo strumento grafologico può essere di aiuto, come lo è di fatto, in ricerche che guardano alla reale interiorità dell'uomo, ai suoi aspetti più profondi e nascosti.
Vi propongo quindi al link seguente, una chiarissima trattazione del Prof. Corrado Malanga, sull'utilizzo della Grofologia, che egli stesso ha effettuato durante i suoi lunghi anni di studio. 
Vi auguro buona lettura!


Questo link è diretto alla relativa documentazione pubblicata dal Prof. Malanga nel suo sito 
https://corradomalangaexperience.com

- Vedo, prevedo... e mi ravvedo


Risultati immagini per tecnologiaIn questi ultimi mesi e sempre più intensamente nelle ultime settimane, sono diventate insistenti le voci  sul ravvedimento sull’uso della tecnologia a scuola.
Si parla di “Troppa tecnologia” che peggiora l’apprendimento degli studenti, ma a detta di chi scrive il punto focale è un’altro.

Ormai gli strumenti tecnologici, che siano cellulari, tablet, o quant’altro, sono messi in mano ai nostri figli sempre più precocemente. Questo produce dei danni indescrivibili a livello cerebrale e anche umano. Il non rapporto con gli altri che ne deriva, a lungo andare è deleterio e porta a disturbi indubbiamente di grave natura. Tutto questo a livello casalingo, familiare, dove spesso il gap tra bambini/ragazzi e famiglie è pesante ed incontrollato. D'altronde in pochi se non pochissimi casi, i genitori riescono a capire e controllare realmente cosa i figli “combinano” con gli strumenti che hanno a disposizione!

Tutto ciò è aggravato dall’ambiente scolastico, in cui i nostri ragazzi passano gran parte della loro giornata. La scuola oggi è bersagliata da più parti:

  • da un lato ci sono le nuove generazioni di insegnanti il cui carisma spesso e volentieri è ben poca cosa rispetto a quello che avevano i colleghi di vecchia data, e che arrancano in un sistema scuola che è sempre più formale e poco concettuale;
  • ci sono poi le strutture e i mezzi, spesso scarsi e poco adeguati alle necessità didattiche.
Si è cercato negli ultimi anni di riempire queste lacune introducendo strumenti tecnologici avanzati, dalle lavagne interattive al tablet in dotazione per lo studente che gli consentirà di rendere lo studio fantastico, veloce, leggero!
Sì certo, un vero gioco da ragazzi, semplicissimo, forse un po’ troppo! Infatti il problema è tornato fuori nel giro di pochi anni e adesso si grida allo scandalo, i giovani sono diventati pigri, non studiano, sono sempre attaccati al monitor, i risultati scolastici sono crollati, ecc. ecc. La scuola è dotata di mezzi tecnologici, ma spesso e volentieri non li sa gestire o li utilizza nel peggiore dei modi. La tecnologia inoltre non deve sostituire il lavoro che Docenti e alunni devono fare a livello scolastico. L’uso della tecnologia raggiunge veramente il suo risultato se diventa supporto, ma è evidente che se deve esserlo, ci vuole pure qualcosa di concreto da supportare.

La Grafologia in questi ultimi anni ha guardato da lontano questo sfacelo, da sempre ha osservato l’evolversi di questo stato di cose e riflettuto sulle conseguenze a cui si sarebbe giunti, conseguenze estremamente negative. Fa pensare per esempio, che oggi un’operazione semplice come lo scrivere a mano, diventa uno sforzo sovrumano; siamo una società che sta tornando all’analfabetismo, sia a livello scolastico, che umano/sentimentale.

- Povera Eva!

Indipendentemente dal credo religioso, tutti, più o meno, abbiamo sentito la storia della mela e di Eva la tentata, diventata a sua volta tentatrice.
Il fantomatico serpente che mise in opera tutta la storia, che avesse sembianze umane o di animale, sicuramente aveva delle caratteristiche psicologico/caratteriali ben precise, "rettiliane", che in senso simbolico si possono rintracciare in determinati tipi grafologici e nelle loro rispettive scritture.

Il tipo Grafologico "rettiliano" si distingue per determinazione, tenacia, freddezza mentale e per i comportamenti senza scrupoli, che sono rivolti ad accaparrare il più possibile nella vita, ad essere indipendenti e a sentisi superiori ed inarrivabili.
Si tratta di persone combattive che non disdegnano di essere aggressive; persone con grande senso critico e sottigliezza mentale, nonchè inflessibili e dure con gli altri.
Non si può, da parte di costoro, rinnegare la natura archetipica del serpente, in quanto legata alle origini più profonde della propria esistenza. 
Curiosamente bisogna dire che mentre in molte popolazioni di origini culturali differenti alla nostre, questo tipo di soggetti hanno una valenza sociale altamente positiva, nel nostro ambiente (occidentale a percentuale altamente cristiana) ci viene insegnata la necessità di reprimere certi istinti animaleschi, per coltivare i sentimenti e il buon cuore.

- L'uomo, l'animale e... la Grafologia

Ormai è noto ai più, come anche per l'uomo si parli di specie addomesticata. L'uomo cioè, al pari di
altri esseri viventi, sarebbe stato sottoposto a pratiche manipolatorie e di selezione (vedi es. "La Domesticazione - L'Evoluzione dell'Uomo nella Storia" di Pietro Buffa e Mauro Biglino).
Il metodo dell'addomesticamento è ricorrente nella vita di chiunque, non ci si pensa, ma anche le pratiche più semplici sono frutto di una applicazione di idee e metodi predeterminati da altri. 
Quando si nasce c'è chi ci insegna a camminare, a mangiare, e poi più avanti a scrivere, leggere, far di conto, per non parlare dei concetti astratti, che ci vengono proposti spesso come assoluti ed immutabili (come nel caso del bene e del male); insomma siamo costantemente ed inesorabilmente sottoposti a stimoli che ci inducono ad addomesticarci secondo regole comuni date per buone.

Per quanto riguarda la scrittura vale la stessa cosa. Ci vengono imposte forme e misure in base a degli standard prefissati dalla bella grafia, ma sarà poi vero che ciò basta ad "ingabbiare" chi scrive?
La grafologia da sempre ci insegna che ciò che viene vergato (ed anche ciò che rimane bianco ovviamente) sottintende concetti e significati che vanno ben oltre la semplice forma (bella o brutta che sia esteticamente). Dietro un tratto esiste una personalità complessa, la cui formazione è in divenire, a causa di scelte proprie e di altri; una vergatura corrisponde ad una potenzialità che va al di là delle gabbie socio-culturali e che nulla ha a che fare col giusto e con lo sbagliato.
Per concludere questa breve riflessione, possiamo dire che la Grafologia ci insegna che per quanto qualunque essere nasca, cresca e si sviluppi seguendo insegnamenti e regole, ha anche in sé un apparato complesso di capacità e potenzialità che lo portano ad essere molto di più di ciò che può sembrare all'interno della società in cui opera. La natura di ognuno di noi potrà sì, essere smussata e tenuta a bada, ma inesorabilmente ritorna sempre a galla. 
La Grafologia è in grado di mettere a nudo chiunque... ed in fondo tutti noi siamo consapevoli che non possiamo nasconderci a noi stessi.


- "Scarabocchione"

Gli “scarabocchi” dei bambini… in realtà sono proiezioni del loro mondo, di loro stessi! Quello che agli occhi di un adulto non è altro che un pasticcio pieno di righe e colori senza senso, per il bambino che l’ha realizzato è espressione di sé, del suo essere, delle sue esperienze e percezioni. Quando chiediamo curiosi di che cosa si tratta, spesso ci sentiamo rispondere: “… mamma, papà, la sorellina…” e chi più ne ha più ne metta.
Il disegno del bambino non serve solo a riprodurre formalmente qualcosa e/o qualcuno, ma è espressione dell’esperienza e della relazione con ciò che viene raffigurato sul foglio, si tratta di pensieri, emozioni, giudizi espressi in un linguaggio che noi, da grandi, non sappiamo più capire. ---


Il video è un link diretto al sito YouTube
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Sì, perché l’adulto ormai ha la capacità di verbalizzare ciò che pensa e prova, conosce altri modi più “chiari” di esprimere se stesso, i suoi bisogni, il suo stato, le sue paure e desideri… pur tuttavia se ci si guarda intorno, quanta difficoltà si trova (oggi più che mai) nel relazionarsi, nel capirsi?!
Se fanno questa fatica tra loro gli adulti, che son così chiari nell’espressione, figuriamoci cosa può succedere quando un adulto si approccia ad un bambino cercando di capirlo!

- La vita... un attimo!

La scrittura può cambiare in un attimo?! Forse no… un attimo sarà troppo breve… forse sì… un attimo è più che sufficiente per cambiare!

La vita è fatta di momenti, di attimi e secondi che si susseguono più o meno veloci (a seconda di come li percepiamo e di solito si percepisce come più veloce ciò che più ci piace e che vorremmo non finisse mai), un po’ come le lettere che formano le parole che sgorgano veloci dalla punta della penna. Ogni attimo è uguale a se stesso, come ogni goccia di inchiostro che ci serve per scrivere è uguale ad un’altra, ma ci sono momenti in cui acquisiamo la certezza che quello che verrà non sarà più uguale a ciò che è stato. Non c’è nulla di scenografico nel cambiamento, neppure si può pensare di considerarlo inaspettato, solo che capita, e all’improvviso ci illuminiamo, prendiamo coscienza di noi e degli altri, ciò che è torbido si rischiara, tutto diventa ovvio e logico.

Nel vivere di tutti i giorni , bisognerebbe fermarsi un po’ di più a riflettere, proprio come si fa quando si deve vergare una frase, occorre avere ben chiari il concetto da esprimere ma anche il modo e la maniera di farlo… proprio come quando si vive! Bisognerebbe riappropriarsi del concetto di consapevolezza e capire che l’”agire” non è tutto uguale, che gli attimi della nostra vita non sono sempre uguali, che si possono migliorare e possiamo iniziare proprio da noi.

Le scrittura “moderne”, uguali… tutte uguali, non lasciano presagire nulla di buono, le personalità perdute o forse meglio dire nascoste, lo sono perché tendono all’omologazione; ma omologarsi perché si ha paura di mostrarsi per quello che si è veramente, non vale nulla. L’uguale è più facile da gestire, non ci sono le sfumature da considerare, è come se un pittore avesse solo un colore per dipingere la sua tela, senza poterla sfumare… l’originalità del primo quadro diventerà monotonia a lungo andare! Così vale per le scritture e per le personalità che le scritture rispecchiano.

Le prese di coscienza sono frutto di un percorso, che ci porta a far traboccare il vaso! È buffo “la goccia che fa traboccare il vaso” è un’espressione che viene usata per indicare qualcosa di negativo! E se il vaso traboccasse di felicità?!

Il video è un link diretto al sito YouTube

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