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- Mutazioni temporali

È facile per chiunque notare che esiste una differenza nel modo di scrivere più o meno marcata nel
tempo, questo perché la scrittura muta con noi nel tempo, si matura, si evolve e questo può accadere ed essere evidente, tanto nell’arco della stessa giornata, che in un arco temporale più lungo. Rimanendo fermo il fatto che la scrittura, nella sua complessità, rispecchia la struttura della personalità di ognuno, la variabilità grafica rispecchia gli stati psicologici dell’individuo, i suoi momenti di ansia, di preoccupazione, di euforia, stress, malessere… tutti stati d’animo, emotivi, che inevitabilmente si ripercuotono sulla mano di chi scrive.

A tal proposito sono state fatte numerose ricerche, la più significativa delle quali ha visto presa a campio, la scrittura dello speleonauta Montalbini, isolato per 7 mesi nelle grotte di Frasassi a Genga. Si è visto che dopo una prima fase di bisogno di affettività, il soggetto si fa forte nel recuperare tutta la forza e la risolutezza necessarie per raggiungere lo scopo della sua missione, è per questo che tra gli scritti vergati in momenti diversi si nota (in maniera preponderante fra i vari segni) una evidente mutazione dell’inclinazione delle aste e dell’andamento delle righe.

- Ubuntu's philosophy

Chi si occupa di scrittura, sa bene che esistono dei segni che adeguatamente combinati fra loro, danno la possibilità a chi li interpreta, di capire se in chi ha scritto c’è spazio per sentimenti di altruismo e benevolenza.
Le aperture, le rotondità, i “respiri”, sono sicuramente elementi che indicano buoni sentimenti in chi verga una scrittura, se non altro in potenzialità. Sì perché bisogna sempre ricordare di non dare niente per scontato, in ognuno di noi esistono la parte bianca e quella nera, il bene e il male a volerle definire in maniera semplicistica… ma quale prevale? Bhè è ovvio, quella che vogliamo che prevalga!

Magari non ci si fa caso più di tanto, ma la scrittura muta, cambia col nostro cambiare e certi tratti si possono innestare nei nostri tracciati, così come possiamo ritrovarli comuni in chi vive secondo una certa ideologia e moralità.
Dico tutto questo, per augurare a chiunque di poter acquisire quei segni che indicano pace ed armonia interiore (in potenzialità ma anche, e soprattutto, di fatto). A tal proposito sarebbe bello far propria la filosofia “Ubuntu” che è basata sulla lealtà, sulle relazioni reciproche e il rispetto dell’altro…

L’Umuntu ngumuntu ngabantu o meglio “io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo", esorta a sostenersi e ad aiutarsi reciprocamente, a prendere coscienza dei propri diritti sì, ma anche e soprattutto dei propri doveri, in una spinta ideale verso sé come parte imprescindibile dell’umanità intera.
Una persona che viaggia attraverso il nostro paese e si ferma in un villaggio non ha bisogno di chiedere cibo o acqua: subito la gente le offre del cibo, la intrattiene. Ecco, questo è un aspetto di Ubuntu, ma ce ne sono altri. Ubuntu non significa non pensare a se stessi; significa piuttosto porsi la domanda: voglio aiutare la comunità che mi sta intorno a migliorare?. (Nelson Mandela)

- Multatuli

Scrivere è prendere l'impronta dell'anima. (Eduard Douwes Dekker - Multatuli)
Multatuli, in latino "ho sopportato molte cose", è lo pseudonimo di un famoso funzionario olandese dell'800, Eduard Douwes Dekker, che fu anche scrittore e aforista.
Il grande tema alla base dell'ideologia espressa da Multatuli è quello della dignità umana.
Il suo motto era 'De roeping van de mens is mens te zijn! (La vocazione dell'uomo è essere uomo!), sicuramente nato anche a causa della sua attività di funzionario in Indonesia (all'epoca colonia olandese), dove fu suo malgrado spettatore inerme di troppi abusi sulla popolazione. Di questo personaggio spiccano sicuramente due lati, che a prima vista possono sembrare opposti, ma che in relatà vanno di pari passo:
  • la grande passione per la matematica, i numeri e gli schemi in genere (la mente, il cervello);
  • la capacità di andare oltre il razionale e il materiale (il sentimento, l'anima).
Da qui lo spunto per questo breve articolo.
Solitamente si lega la scrittura, al prodotto dell'elaborazione cerebrale e forse questo come concetto risulta troppo arido, avvizzito... ma che ne dite se proviamo ad allargare la nostra mente e a legare l'azione dello scrivere a quella di mostrare la nostra anima?! E' vero è molto difficile... come funziona il cervello ad oggi lo possiamo studiare, capire, possiamo "toccarlo con mano", ma l'anima?! Non la vediamo, al massimo la possiamo percepire, qualcuno sarà scettico a riguardo, ma chi confida nella sua esistenza sa che esiste, ci fluttua attorno e muta colore e densità in base al nostro stato. Insieme con le impronte digitali, i geni, i cromosomi, anche l’anima ci rende unici al mondo anche se spesso non ci rendiamo conto di averla e di come riesca ad interagire con ciò che ci circonda.

Anche solo quando parliamo ad una persona, imprimiamo in lei il marchio della nostra anima… in qualunque cosa facciamo (anche quando scriviamo quindi), la nostra anima lascia il suo marchio che è la nostra firma spirituale.

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